GNAM, sempre una bella sorpresa





















E’ passato circa un anno (forse di più, non ricordo bene) dalla mia ultima visita alla Galleria Nazionale di Arte Moderna (GNAM) di Roma e devo dire che appena entrato mi sembrava di aver oltrepassato un varco temporale. Mi rimasero troppo impresse le persone tese a guardare i quadri, le sculture, ad immaginare le carezze dei pennelli sulle tele, perché tutte molto stravaganti: il cappello a falda larga della signora attempata, le due ridenti amiche ventenni, il tipo con il pantalone largo e il foulard. Un po’ radical chic, insomma, come si può facilmente immaginare in questi contesti.
Il discorso è che mi è sembrato non fosse cambiato nulla dall’ultima volta. Ed in effetti così era. Silenzio e stupore.
E così passeggiando tra le immense sale, questa volta con l’allegra famiglia al seguito (più volte ripresa con “signora stia attenta alla bambina….le scarpe delle bambina, signora….sshhhh”) ed echi di risatine di gioia, mi sono trovato di nuovo davanti a dei capolavori stupendi.
Devo dire che l’attenzione delle persone alle varie opere questa volta sembrava maggiore rispetto alla scorsa, forse perchè in quell’occasione c’era una mostra fotografica, che sono sempre troppo chiassose. Mi è rimasta impressa una donna sulla cinquantina (o per lo meno penso, speriamo non me ne voglia) molto attenta alle sculture, quasi cercasse di capire la tecnica, la lavorazione. Aveva la serietà e la concentrazione di quando ci si mette d’impegno, perché non si ha modo di tornare indietro in caso di errori. Il tutto solo mentalmente. Oppure il ragazzotto che leggeva un libro sdraiato in uno dei tanti divani-pouf lasciati al centro delle sale, come fosse sul divano di casa.
“La bellezza salverà il mondo”